IN MEMORIA DI ARTURO

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In programma brani di L. Vinci, J. S. Bach, N. Chédeville e F. Devienne.
Con questo programma concertistico si vuole intraprendere un viaggio musicale in un’Europa settecentesca che, ancora pienamente barocca, poneva le proprie radici nella trasposizione strumentale del recitar cantando italiano ma che desiderava giungere con famelica velocità all’affermazione della forma sonata caratterizzante il Classicismo tedesco. Senza restare ovviamente indifferente alle più vivaci galanterie francesi.
Partendo da una sonata di Leonardo Vinci, in cui il flauto dimostra di possedere le velleità solistiche per esprimere al meglio i contenuti belcantistici dello stile italiano, si approda a una delle più belle e suggestive sonate per flauto e clavicembalo obbligato di Johann Sebastian Bach. Inutile dire che l’austera perfezione tecnico-compositiva convive perfettamente con la più sublime inventiva melodica per donare all’ascoltare un’equilibratissima meraviglia di pura arte contrappuntistica. A seguire due sonate francesi molto differenti tra loro. Quella di Nicolas Chédeville, per lunghissimo tempo attribuita ad Antonio Vivaldi, è un mirabile esempio di mero stile barocco in cui la volontà di stupire è rappresentata pienamente dal sapiente dialogo che in ogni progressione si viene a creare tra il flauto e il Basso Continuo, mentre la sonata di François Devienne, composta in perfetto Stile Galante, sembra strizzare l’occhio più al pre-Romanticismo che al Classicismo, tanto che non risulterebbe fuori luogo ascoltarla eseguita con un accompagnamento realizzato al pianoforte.
I brani proposti guideranno quindi l’ascoltatore tra le liriche melodie italiane, l’aulico accademismo della scuola francese e la geniale inventiva tematica dell’area tedesca, in un affascinante percorso attraverso quell’ormai vecchio continente illuministico che svestiva i panni barocchi per indossare quelli neoclassici.

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